Il movimento di troppo

Il movimento di troppo

Anche se il calendario indica l’11 dicembre, sembra piuttosto un bellissimo pomeriggio autunnale, uno di quelli che a stare a casa ci si sente in colpa. Soleggiato, bello asciutto, freddino ma non troppo o forse troppo poco per i veri adepti del grip ad ogni costo. Quando Bruno in mattinata mi telefona è chiaro che non posso dirgli di no: nonostante qualche pratica da sbrigare non ci mette molto a convincermi e lascio tutto sulla scrivania per impacchettare pedule e crash-pad. I compiti del buon maestro li finirò in serata quando il sole sarà dietro le montagne e la pelle delle dita oramai scarsa.

Per la giornata odierna partiamo diretti verso il settore Artisti Tristi. Ci riscaldiamo tranquillamente con qualche blocco facile e poi ci spostiamo verso il blocco che vogliamo affrontare: Carlo il magnifico. Dopo aver ispezionato i singoli che passano dall’impossibile, al “mah forse col piedino lì”, al “sì-sì chiudendosi bene sul tallone si passa”, al “adesso bisogna provarlo seriamente”. È il bello del boulder: un movimento che inizialmente sembrava assolutamente al di fuori della nostra portata diventa tutto d’un colpo quasi banale e possiamo ripeterlo con facilità disarmante.

Un ulteriore tentativo e cado all’ultimo movimento: un po’ di delusione ma la gioia della consapevolezza di potercela fare. Che bello sentirsi in forma! Mi voglio gustare il momento: mi sfilo le pedule e mi concedo 5 minuti di pausa che sfrutto per ridere e scherzare col mio compagno del “pomeriggio rubato”. Riparto pimpante, so che ho buone chance di riuscita. Proprio per questo Bruno decide di filmarmi: il filmato è per il nostro amico Bérna che sta lavorando e a cui vogliamo far venire un po’ di invidia.

Alzo il sedere, mi allungo con la sinistra sulla tacca che devo arcuare con decisione e dopo aver spostato i piedi avvicino la mano destra che va a pinzare sotto la sinistra. Controllo la piccola sbandierata e sto per impostare il prossimo movimento quando sento il rumore peggiore che un climber possa mai sentire: uno schiocco secco e una sensazione strana mi percorre l’anulare della mano sinistra. Non è un dolore vero e proprio ma più che altro un fastidio…

Il video dell’infortunio. In particolare al secondo 11 si sente chiaramente lo schiocco.

Anche Bruno ha sentito chiaramente lo schiocco e per entrambi è chiaro cosa sia successo: posso tanto togliermi le pedule perché per un bel po’ non potrò metterle! Leggendo qualche articolo più o meno scientifico sull’argomento il caso è palese: probabile lesione (parziale o totale) del collaterale (A2 o A4). Per la conferma devo però sottopormi ad accertamenti specifici.

Diagnosi
Dopo essere passato dal mio medico curante che ipotizza una rottura del flessore superficiale (cosa che implicherebbe un intervento chirurgico) mi faccio mandare a Zurigo dal maggior specialista svizzero (e forse europeo) per questo tipo di lesioni: oltre ad essere un forte arrampicatore si è specializzato in chirurgia della mano e in particolare sulle lesioni da arrampicata. Come mi conferma la gentile segretaria “tutti gli arrampicatori vengono da lui a farsi curare”.

Dopo l’anamnesi con tanto di video (che riscuote molto interesse) passiamo all’analisi con ecografia. Il resoconto è chiarissimo: rottura all’80% di A2, ma gli altri collaterali (pulegge) sono integri. La prognosi è positiva: dovrei recuperare la funzionalità senza problemi ma ciò implica un percorso riabilitativo di più di 6 mesi e in particolare uno stop totale dall’arrampicata per un minimo di 2 mesi per poi ricominciare gradualmente.

Anche se lo sapevo dal momento in cui ho sentito il rumore della rottura, sentirselo dire in faccia e leggere le tabelle di riabilitazione con i vari tempi, i vari esercizi, eccetera, è comunque un bel colpo. Non mi lascio abbattere: ci sono già passato quando ho rotto i legamenti della caviglia e perlomeno adesso arriva l’inverno e potrò sciare… sempre che la neve arrivi.

Prima di lasciare la clinica di Zurigo passo ancora dal reparto tecnico di ortopedia, dove mi viene confezionato su misura l’anello di plastica termomodellata che dovrò indossare almeno per 2 mesi in modo da permettere ai legamenti di saldarsi correttamente.

… continua… (speriamo!!!)

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Sono Züghi e sono un'aquila di Sotaregn...