K3

K3

Giovedì sera mi ritrovo con la testa vuota di idee causa la meteo non stabile per il fine settimana. Domani (venerdì) Demis e Albino hanno in programma un paio di 4000 in velocità, sicuramente molto belli ma proprio non posso prendere libero. Telefono all’inesauribile fonte e Guru Andrea e subito mi risponde di venire al K3.

K3?? Il Vertical di 3000 metri positivi !!! Affiorano i racconti dei nostri amici che hanno partecipato l’anno scorso e in particolare il ricordo del cancelletto di passaggio molto severo: questo cancelletto, posto dopo circa 2300 metri di dislivello, è molto selettivo e permette solamente il 20% degli atleti partenti di continuare la corsa (filosofia discutibile).

Inoltre non sono iscritto… cosa fare? Alle 4 del pomeriggio sono comunque a bordo del Combo di Andrea; direzione Val di Susa con 35 gradi. Arrivati alla postazione per ritirare il “pacco gara” il responsabile gara mi comunica che non posso iscrivermi sul posto (anche in sostituzione di un nostro amico che ha rinunciato). Ovviamente scazzato mando a quel paese l’organizzazione e mi avvio a bermi un paio di birre con Andrea.

Decido di partecipare ugualmente ma “abusivamente”: la tattica è di intrufolarmi nel plotone di partenza dopo un paio di minuti dallo Start nelle vie del centro storico.

Sabato mattina sono nel centro storico ad aspettare il plotone, subito vedo Andrea nelle prime posizioni che mi fa cenno di seguirlo. Con un balzo felino mi ritrovo in gara nelle prime posizioni con Andrea. Dopo un paio di minuti di corsa in pianura mi accorgo che il ritmo imposto è troppo alto e vengo risucchiato in centro gruppo. Finalmente dopo circa 5 minuti inizia la salita (inizio crono), il caldo è allucinante. La salita prosegue bene su una mulattiera-sentiero, il ritmo non è esagerato, addirittura un po’ lento. Dopo i primi 500-700 metri mi accorgo che è meglio svegliarsi: con questo ritmo il cancelletto non si passa. Ad un certo punto dopo circa 1200 metri di sentiero-mulattiera inizia il famoso prato verticale di circa 800 metri di dislivello, tutto diritto, interminabile. Per fortuna riesco a recuperare e grazie allo sforzo passo circa 50esimo al cancelletto (ammessi i primi 70). Mancano ancora 700 metri alla vetta Roccia Melone, ora il prato si è trasformato in una pietraia incandescente. A circa 200 metri dalla vetta incontro Andrea che scende e mi incita.

Andrea è arrivato in cima con il tempo strabiliante di ca. 2:25 (confrontare con la classifica ufficiale) che significa il 6 posto assoluto!. Io concludo in 2:56 (non ufficiale) al 48 posto.

Una bellissima gara, peccato per la “filosofia” dell’evento sportivo che viene imposta da uno sponsor famoso.