Incuranti dell’ISIS e della crisi del Franco, alcune Aquile di Sotaregn hanno deciso di spostarsi verso la Sardegna invece che partecipare ai bagordi carnascialeschi. Partenza da Genova con il traghetto per una settimana di full immersion nella realtà sarda: auto stipata con tutto il materiale per sopravvivere in piena autonomia per l’intera permanenza, la guida “Pietra di Luna”, molte idee ma zero programmi. Ecco come tutto comincia.
Come meta per le vacanze quest’isola non ha bisogno presentazioni; qui l’arrampicata (sportiva) è sbarcata già a metà anni ’80: lo stile era differente, si prediligevano le “placche verticali” con microtacche, si arrampicata (e si cuccava???) indossando fuseaux sgargianti super attillati e il mito per ogni piccolo climber si chiamava Manolo. Per certi versi non molto è cambiato: in molte falesie lo stile spesso è ancora il “super tecnico” (old school), Manolo resta un grande ma almeno non dobbiamo metterci in ridicolo mostrando le nostre gambette fasciate di nylon fucsia.
Chiaramente altre cose sono cambiate: lo stile si è differenziato (dalle placche agli strapiombi) e il numero di tiri è aumentato di molto, anche grazie al “deus ex machina” Maurizio Oviglia: da queste parti gli dedicano pure le statue… Inoltre più che in altri luoghi si è tentato di sviluppare l’arrampicata come vettore turistico: vi sono molti ristori e alloggi che strizzano l’occhio ai climbers e perfino alcuni comuni hanno stanziato fondi per lo sviluppo di falesie. Che questa strategia abbia portato i suoi frutti oppure no per noi è difficile dirlo: siamo andati fuori stagione e in tutta la settimana non abbiamo incontrato nessun climber (!!!).
Purtroppo durante la nostra permanenza non siamo stati baciati dalla fortuna per quanto riguarda la meteo (spesso nuvoloso e freddino) ma siamo comunque riusciti a visitare diverse falesie e arrampicare praticamente tutti i giorni: dopo Rocca Doria, paesino minuscolo che ospita una bella (e “nuova”) falesia e dopo un passaggio a vuoto a Domusnova (=acqua a catinelle) ci siamo recati alla soliva Quirra. Questa falesia presenta tiri notevolmente strapiombanti e un’arrampicata più moderna. Negli ultimi due giorni “arrampicabili” siamo stati nella zona di Jerzu mentre sulla via del ritorno ci siamo fermati in zona Cala Gonone ma purtroppo la pioggia battente non ci ha nemmeno permesso di avvicinarci alle grottone (come Biridiscottai o Millenium).
Riassumento:
Giorni sull’isola: 7
Giorni di arrampicata: 5
Falesie visitate: 4
Pecore incontrate: molte
Climber incontrati: 0
Ichnusa bevuta: quanto basta
Incontri con le forze dell’ordine: 2 (quasi battuzo il record dell’america)
Arresti: 0
Volevamo andarci ma la davano come un canyon piuttosto freddino… date le temperature non ci sembrava il caso!!!
la prox volta vengo anche io !!!!
Avete ignorato Gutturu Cardaxius??? Peccato: il pannello a 45 gradi di Banana Republic è una chicca!!!